La via dello zen by Eugen Herrigel

La via dello zen by Eugen Herrigel

autore:Eugen Herrigel [Herrigel, Eugen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Buddhism, Zen, Religion
ISBN: 9788827203026
Google: q_UiNIMBdEsC
editore: Edizioni Mediterranee
pubblicato: 1994-10-15T03:37:15+00:00


GRADI SUPERIORI

Grazie all'aderenza al cuore sacro, lo Zenista è in possesso di una nuova base. Quanto precedentemente assimilato si è consolidato, sicché in lui si è compiuta un'ulteriore trasformazione interna. Partendo da questo stato può compiere nuovi esercizi di meditazione e riesce a compierli con maggior facilità e prontezza, tanto che può osare un metodo diverso: meditazione senza tema determinato, cioè senza coan. Infatti, arrivato a questo punto, la sua mente rimane desta, anzi lucidissima anche senza tema. Non si concentra piú su un problema impostogli ma su problemi non espressi, su un problema ultimo che non può essere espresso a parole. Non si tratta piú di illuminazione da visione, si tratta di illuminazione da unificazione.

Quindi lo spirito di colui che medita è estremamente desto - o per meglio dire: in lui e desto non soltanto lo spirito ma corpo, sensi e mente, tutto ciò che agisce nel campo di forze. Colui che medita è desto come chi aspetta, origlia, e la cui vita dipende da ciò che ode. Però non consapevolmente (altrimenti si concentrerebbe su un argomento determinato), «origlia» senza sapere di origliare. Cosí si è svuotato di tutto - senza avere coscienza del vuoto. È uno stato che può creare, nel quale può trasferirsi, solo chi ha praticato lunghe meditazioni. Visto da fuori il meditante sembra morto. Dentro è estremamente libero (vuoto) e estremamente vivo, teso, serrato, però tende non piú a manifestarsi (scaricarsi) come forma, ma a lasciarsi conglobare dal campo di forze del non formato.

In tale stato chi è completamente astratto può sentirsi come immerso in una profonda oscurità che riluce - percepisce fenomeni luminosi. Che cosa significhino, donde provengono, non so. Sono transitori e scompaiono senza lasciar traccia. Scomparsi tali fenomeni, il meditante si sente prostrato, stanco.

Poi però - non sa come, sta sognando? - si sente prima sprofondare, inghiottire in sconfinate profondità, poi improvvisamente uscirne violentemente e tornare in sé. É un risveglio istantaneo, non graduale, e qualche volta si accompagna a sudorazione.

Dopo il risveglio lo Zenista non è stanco. Non ha la sensazione di doversi strofinare gli occhi per allontanare il sonno. Si sente piú forte. Come rinato.

Dunque viene riportato in sé e nel mondo. Questo satori gli fa capire che quello che cerca è in lui, e in tutte queste cose. La verità è, e non è, questo mondo, queste cose, quelle cose. Lui c'è - e tuttavia non c'è. O anche: questa cosa è e non è. É qualcosa e tuttavia non è l'Essere, è nulla e tuttavia non è il Nulla. É l'essere e il nulla, il nulla e l'essere: ogni cosa è giusta, ogni cosa e sbagliata appena viene pensata ed espressa.

Quindi io sono e non sono: questo è il mio essere e non-essere. Il bene è male, il male è bene e tuttavia non lo è. Il sacro non è sacro, il non-sacro è sacro e tuttavia non lo è. O anche: il sacro e il non-sacro: cioè la piena verità della non-verità.

La riflessione non basta piú. Ad



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